I primi home computer

Nel 1980 fecero comparsa sui mercati di tutto il mondo i primi veri home computer. Caratterizzati da prestazioni oggi relegate ad una banale calcolatrice diedero inizio ad una rivoluzione culturale e tecnologica senza precedenti. Permettevano ai loro proprietari di imparare a programmare (quasi sempre in Basic) ed apprendere i principi base dell’elettronica necessari per costruire semplici periferiche o, addirittura, per assemblare l’intero computer.

Sinclair, con lo ZX80, fu la prima azienda a vendere un computer in Inghilterra a meno di 100 sterline e, l’anno dopo, esportò lo ZX81 negli Stati Uniti a meno di 100 dollari. Era il segno tangibile che i computer non erano più degli enormi armadi gestiti da personale qualificato ma strumenti che si potevano utilizzare anche nella propria abitazione. Sempre in Inghilterra Acorn decise di creare una divisione della sua azienda, che produceva strumentazione elettronica da laboratorio, per produrre home computer; il primo prodotto fu l’Atom.

Intanto negli Stati Uniti Apple aveva incominciato la produzione dell’Apple II, considerato il primo home computer prodotto su scala industriale. Era un vero e proprio sistema completo, con tastiera, monitor, floppy disk e stampante. Si prestava quindi ad usi sia di intrattenimento domestico che professionale. Il suo unico difetto, se lo si può considerare tale, era il prezzo superiore ai 1000 dollari.
Nello stesso periodo Commodore incominciò a vendere il Vic20; grazie alle caratteristiche che gli consentivano sia di essere una ottima console per videogiochi che un vero computer ebbe un notevole successo.

 

In esposizione

Apple IIe – 1983
Acorn ATOM – 1980
Sinclair zx80 – 1980
Sinclair zx81 – 1981
Sinclair zx81 (in kit) – 1981
Commodore Vic20 – 1980

 

Percorso mostra