Gli ultimi home computer

Alla fine degli anni ’80 l’evoluzione tecnologica aveva permesso di trasformare gli home in computer multimediali. Atari con il modello 1040ST aveva raggiunto le stesse prestazioni dei Commodore Amiga. Grazie all’integrazione delle porte MIDI conquistò velocemente il mercato sia hobbistico che professionale del settore musicale.

Acorn invece realizzò l’Archimedes, il primo home computer dotato di processore RISC. Un po’ tutte le aziende che erano in questo settore commercializzarono aggiornamenti più o meno consistenti ai propri modelli, come ad esempio il CPC 464+ Amstrad, ed il Sam Coupè sulla carta il più potente home ad 8 bit retrocompatibile con lo ZX Spectrum ma commercializzato quando ormai i 16 bit erano già disponibili.

Il mondo dell’informatica era però giunto al momento di svolta: la standardizzazione.

Olivetti, con il PC1, comprese quello che stava accadendo e con il PC1 realizzò un home compatibile però con i PC IBM: il sistema operativo era Ms Dos ma la mancanza di slot e quindi di espansioni lo resero poco utilizzabile.

Nel giro di pochi anni, grazie ai PC compatibili, il settore dell’informatica trovò uno standard che consentì finalmente l’interscambio di programmi e dati. Era la soluzione che tutti si aspettavano e che ci ha portato oggi ad avere praticamente un computer in ogni ufficio ed in ogni casa. Da questo punto in avanti l’evoluzione tecnologica ci ha portato processori sempre più veloci, memorie più capienti, dischi rigidi più grandi ma computer tutti uguali lasciandoci il rimpianto di un turbolento periodo fatto da inventori e dalle loro idee spesso strampalate ma geniali.

 

In esposizione

Atari 1040ST – 1987
Olivetti PC1 – 1988
Sam Coupe – 1989
Amstrad CPC 464+ – 1990
Acorn Archimedes A4000 – 1991

 

 

Percorso mostra