Non capita tutti i giorni di incontrare persone che condividono gli stessi interessi, le stesse passioni, le stesse emozioni, gli stessi obbiettivi.
Quando ho telefonato, nel Giugno 2002, per prenotare un appuntamento per poter visitare quello che oggi è il primo e più completo museo Apple al mondo non mi aspettavo certo di conoscere delle persone come quelle che costituiscono l’All About Apple. Solitamente, e questo è oramai abbastanza risaputo, i collezionisti informatici sono sempre persone, nel bene e nel male, un pò particolari e ve lo assicura uno che ne fa parte…
Sta di fatto che dopo aver passato cinque minuti con Alessio e tutti i suoi colleghi mi sembrava proprio di conoscerli da sempre. Così, dopo quel primo incontro, abbiamo organizzato il loro intervento a Varese Retrocomputing 2003 (che è stata in pratica la loro prima uscita ufficiale) e successivamente abbiamo continuato a incontrarci e fare progetti assieme. Qui trovate il loro resoconto e qui il mio.
Nel 2004 c’è stata l’inugurazione della prima sede pubblica del museo a cui purtroppo non ho potuto partecipare; l’ho fatto ad Agosto 2005 in compagnia di due colleghi collezionisti, Giorgio e Tix con i quali ho potuto ammirare il più bel museo Apple di questo pianeta che, guarda caso, si trova proprio in Italia…

Il viaggio iniziato da questa associazione è partito proprio da Quiliano in provincia di Savona dove il comune aveva messo a disposizione dei locali nella scuola media ‘Martiri della Libertà’ in via Valleggia Superiore. Oggi il museo ha una nuova sede e una esposizione veramente fantastica.
Le foto che qui vedete sono relative a quella prima esposizione. Per informazioni sugli orari e come arrivare nella nuova sede visitate il sito ufficiale di All About Apple.

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Il futuro, sempre cosi’ lontano, irragiungibile. E poi in un batter d’occhio eccolo pronto a diventare il presente. Nell’informatica, che possiamo quasi definire sinonimo di futuro tecnologico, il futuro e’ sempre stato lontano, basti pensare alle problematiche dell’anno 2000.
Era una meta cosi’ lontana e irragiungibile che si dava per scontato che tanti computer e relativi software in quella data non sarebbero stati utilizzati piu’.
Ed invece…
Cosa possiamo dire del retrocomputing? E’ un hobby talmente recente che e’ difficile oggi sapere se in futuro si consolidera’ o rimarra’ solo una moda passeggera. Un modo per scoprirlo pero’ c’e’: basta salire su una macchina del tempo, impostare come destinazione il 21 Ottobre del 2015, ed andare a fare una passeggiata nel centro di Hill Valley…

… dove nella vetrina del negozio di antichita’ “Antique Coins and Bills” in mezzo a tanti oggetti fa capolino una figura familiare!
Non solo, ma mi sembra proprio che se la passi proprio bene: e’ circondato da un sacco di vecchie conoscenze: la lava lamp, una videocamera SVHS, la minerale Perrier. Purtroppo non si riesce a leggere completamente l’inserzione che lo accompagna; si capisce che e’ del 1984, e che e’ completo della sua confezione originale.

Manca anche il prezzo, ed e’ un vero peccato! Avremmo risolto, una volta per tutte, anche il problema delle quotazioni…

Nell’eventualita’ che ce ne fosse bisogno, tutte le immagini sono tratte dal film “Ritorno al Futuro 2”, l’attore che si intravede e’ naturalmente Michael J. Fox. Il film e’ prodotto dalla Universal che ne detiene tutti i diritti.

 

Uno ZX81 usato come terminale di un Cray

Nel Luglio 1986 tutti i giornali dedicarono ampi spazi ad un avvenimento, per quell’epoca, veramente molto curioso: uno dei supercomputer Cray One usato dai militari Francesi venne infatti ‘bucato’ da tre intraprendenti giovani. Non fu hacking, alla fine di quella scorribanda rimase solo una frase beffarda, ma lo spavento fu grande per tutti. Il Cray One veniva infatti usato per effettuare analisi dei test nucleari di Mururoa e conservare informazioni sulle bombe atomiche francesi.

Il particolare divertente di questa storia fu il computer usato per entrare nel Cray One: un semplice Sinclair ZX81, ma soprattuto dell’uso che se ne fece di questa informazione. Pochi giorni dopo la notizia praticamente su tutti i principali quotidiani Italiani comparve una beffarda e simpatica pubblicita’ proprio della Sinclair…

Ma questa storia vale la pena raccontarla proprio dall’inizio!

 

Sabato 19 Luglio 1986, nella prima pagina del quotidiano “La Repubblica” faceva comparsa una inquietante rivelazione… (cliccate sulle immagini se volete leggere gli articoli)
All’interno del giornale una intera pagina era dedicata proprio a quanto rivelato: i pirati sono entrati nel Cray One ma non si è ancora in grado di capire cosa abbiano fatto e quali segreti siano stati trafugati. Nell’approfondimento si parla di sicurezza, sottolineando come niente sia veramente intoccabile.
Il giorno dopo, sempre in prima pagina, la secca smentita: non sono stati i pirati bensi’ tre studenti in vena di goliardate… Dopo essere entrati hanno lasciato come saluto un simpatico messaggio: “…il vosto Cray One è momentaneamente sostituito da un semplice, economico ZX81 Sinclair…”
Gli articoli all’interno del quotidiano raccontano tutti i dettagli di questa incredibile storia. Naturalmente nelle dichiarazioni ufficiali si sottolinea come nel Cray One violato non ci fosse proprio nulla di importante… Divertente il collegamento con lo scherzo delle false teste di Modigliani capitato proprio poco tempo prima.

 

Ed è solo a questo punto che la GBC Italiana, distributrice dei prodotti Sinclair, si scatena con la sua pubblicità, veramente fantastica…

 

Microdrive, un nome, un mito

Ci sono nomi che periodicamente vengono usati per battezzare prodotti differenti. Microdrive, ad esempio, e’ stato usato dalla Sinclair per il suo curiosissimo incrocio tra un registratore a cassette ed un floppy disk ed ora da IBM per il suo piccolissimo hard disk compatibile Compact Flash.
Stesso nome, prodotti differenti, stessa voglia di stupire il mercato con tecnologie rivoluzionarie.

 

 

Il Microdrive Sinclair, commercializzato a partire dal 1985, era la memoria di massa dello Spectrum, al quale lo si collegava tramite l'”Interfaccia 1″. Dal computer veniva visto come un dispositivo ad accesso sia sequenziale che random, rendendolo simile ad un floppy disk. A differenza di quest’ultimo il Microdrive non aveva capacita’, limitata a circa 100 Kbytes, velocita’ di accesso e naturalmente il supporto derivato dall’essere un vero e proprio standard.

 

Il Microdrive di IBM e’ un vero e proprio gioiello della miniaturizzazione: un vero e proprio hard disk, quindi con piatto e testine, con dimensioni incredibili. Capacita’ di partenza 340 Mega, con tagli fino ad arrivare ad 1 Gb! Quando e’ in funzione, avvicinando l’orecchio si riesce a sentire il caratteristico rumore dato dallo spostamento delle testine…

 

Entrambi i prodotti sono di grandissimo fascino, il primo per le idee realizzative il secondo per la tecnologia che racchiude. Sono due oggetti che si tengono in mano con disagio, tanto e’ la paura di poterli rompere o danneggiare. Incredibile quanto questi due oggetti che hanno anche dimensioni simili riescano ad esprimere l’evoluzione tecnologica di questi anni…

Lo Spectrum Sinclair sui quotidiani

Quando la Sinclair era all’apice del suo successo si poteva permettere una campagna pubblicitaria in grande stile, acquistando pagine intere dei quotidiani per reclamizzare la famiglia Spectrum. Questa era comparsa su parecchi giornali del lontano anno 1985.

A corredo di questa campagna c’era un box, di circa un quarto di pagina usato per richiamare la pubblicita’…

…e uno un po’ piu’ piccolo, usato per chiudere le pagine.