Gotek Mount

The Gotek drive is, for retro computers lovers, one of the most useful product: you can replace a floppy drive with a device that can not only emulate it but gives the possibility to load, using an USB pen drive, every floppy image you want.

Using the Gotek you can save your aging floppy drive and disks, and make your experience better, bringing your retro computer to a futuristic level of use…
So you just need to buy a Gotek drive, change the firmware, modify it adding an oled screen and maybe a buzzer and a rotary encoder, print a support and replace the old unit (possibly without cutting the original case).
It’s not hard but requires some work.

For the Gotek hardware there are two firmwares:
The first is HxC, it supports hundreds of computers, costs around 10 Euro and is available at https://hxc2001.com/store/; the second is FlashFloppy, free and open source.
Flashfloppy is available on GitHub https://github.com/keirf/FlashFloppy, actively developed with a growing list of supported systems.

For each computer you need a custom mount, different for each hardware Gotek configuration: if you keep the original LCD screen you will use a mount, if you have an OLED screen another, and so on.

I’ve created this page to have a comprehensive guide for all the mounts I have found (but please write me if you find more!).

I’m selling many of this mounts on ebay, contact me if you need one that is not available.

Computer Screen Rotary encoder Cable/adapter needed Download Link Notes
Amstrad PCW 8256 / 8512 OLED 0.91” No Yes https://www.thingiverse.com/thing:2850367
Amstrad CPC 6128 / 664 OLED 0.91” Yes Yes https://www.thingiverse.com/thing:2874996 http://tomdalby.com/other/gotek.html
Amstrad CPC 6128 / 664 OLED 0.91” Yes Yes https://www.thingiverse.com/thing:2874996
Amstrad CPC 6128 / 664 OLED 0.91” ??? No Yes https://www.thingiverse.com/thing:3525441
Amstrad CPC 6128 Plus OLED 0.91” Yes No https://www.thingiverse.com/thing:3044864
Atari ST LED No No https://www.thingiverse.com/thing:2664753
Atari ST OLED 0.91” No No https://www.thingiverse.com/thing:2664753
Amiga 500 LED No No https://www.thingiverse.com/thing:2098110
Amiga 500 OLED 0.91” External No No https://www.thingiverse.com/thing:2745049
Amiga 600 LED No No https://www.thingiverse.com/thing:2000074
Amiga 600 OLED 0.91” External No No https://www.thingiverse.com/thing:2745095
Amiga 1200 LED No No https://www.thingiverse.com/thing:2102839
Amiga 1200 OLED 0.91” External No No https://www.thingiverse.com/thing:2788991
Amiga 1200 OLED 0.91” Internal No No https://www.thingiverse.com/thing:2882331
Amiga 3000 LED No No https://www.thingiverse.com/thing:2514544
Amiga 3000 OLED No No https://www.thingiverse.com/thing:2514544
Amiga CDTV LED No No https://www.thingiverse.com/thing:2333370 It’s necessary to desolder the USB port, buttons, leds and one capacitor before placement
Amiga CDTV OLED 0.91” No No https://www.thingiverse.com/thing:2333370 It’s necessary to desolder the USB port, buttons, leds and one capacitor before placement
Philips NMS-8245 MSX2 OLED 0.91” Yes Yes https://www.thingiverse.com/thing:3567489
Sinclair Spectrum +3 OLED 0.91” Yes Yes https://www.thingiverse.com/thing:2874996 http://tomdalby.com/other/gotek.html
Generic External Mount OLED 0.91” Yes No https://www.thingiverse.com/thing:2878265

Last update: 24/7/2019

Simple Wifi RS232 Modem

The ‘Simple’ Wifi Modem it’s a device I’ve designed and built to connect a computer with a standard RS232 serial port to a telnet BBS. It does not use an analog phone line but internet through a WiFi connection. Behaves like a Hayes dial-up modem, and it is designed and built for old computers.
My idea was to create a device with the same look and feel of a real modem: a lot of big, flashing, red LEDs and only a few SMD components.

Main characteristics:
– Emulation of a Hayes modem
– Available with DB25 or DB9 (both female)
– Uses 5v micro USB cable port for power
– LEDs for status, as in old modems
– Flow control hardware
– Optional 3D printed case (PLA)

This is the page to get more informations about it and to buy one!

 

Non capita tutti i giorni di incontrare persone che condividono gli stessi interessi, le stesse passioni, le stesse emozioni, gli stessi obbiettivi.
Quando ho telefonato, nel Giugno 2002, per prenotare un appuntamento per poter visitare quello che oggi è il primo e più completo museo Apple al mondo non mi aspettavo certo di conoscere delle persone come quelle che costituiscono l’All About Apple. Solitamente, e questo è oramai abbastanza risaputo, i collezionisti informatici sono sempre persone, nel bene e nel male, un pò particolari e ve lo assicura uno che ne fa parte…
Sta di fatto che dopo aver passato cinque minuti con Alessio e tutti i suoi colleghi mi sembrava proprio di conoscerli da sempre. Così, dopo quel primo incontro, abbiamo organizzato il loro intervento a Varese Retrocomputing 2003 (che è stata in pratica la loro prima uscita ufficiale) e successivamente abbiamo continuato a incontrarci e fare progetti assieme. Qui trovate il loro resoconto e qui il mio.
Nel 2004 c’è stata l’inugurazione della prima sede pubblica del museo a cui purtroppo non ho potuto partecipare; l’ho fatto ad Agosto 2005 in compagnia di due colleghi collezionisti, Giorgio e Tix con i quali ho potuto ammirare il più bel museo Apple di questo pianeta che, guarda caso, si trova proprio in Italia…

Il viaggio iniziato da questa associazione è partito proprio da Quiliano in provincia di Savona dove il comune aveva messo a disposizione dei locali nella scuola media ‘Martiri della Libertà’ in via Valleggia Superiore. Oggi il museo ha una nuova sede e una esposizione veramente fantastica.
Le foto che qui vedete sono relative a quella prima esposizione. Per informazioni sugli orari e come arrivare nella nuova sede visitate il sito ufficiale di All About Apple.

AAA-2big

Image 1 of 4

Il futuro, sempre cosi’ lontano, irragiungibile. E poi in un batter d’occhio eccolo pronto a diventare il presente. Nell’informatica, che possiamo quasi definire sinonimo di futuro tecnologico, il futuro e’ sempre stato lontano, basti pensare alle problematiche dell’anno 2000.
Era una meta cosi’ lontana e irragiungibile che si dava per scontato che tanti computer e relativi software in quella data non sarebbero stati utilizzati piu’.
Ed invece…
Cosa possiamo dire del retrocomputing? E’ un hobby talmente recente che e’ difficile oggi sapere se in futuro si consolidera’ o rimarra’ solo una moda passeggera. Un modo per scoprirlo pero’ c’e’: basta salire su una macchina del tempo, impostare come destinazione il 21 Ottobre del 2015, ed andare a fare una passeggiata nel centro di Hill Valley…

… dove nella vetrina del negozio di antichita’ “Antique Coins and Bills” in mezzo a tanti oggetti fa capolino una figura familiare!
Non solo, ma mi sembra proprio che se la passi proprio bene: e’ circondato da un sacco di vecchie conoscenze: la lava lamp, una videocamera SVHS, la minerale Perrier. Purtroppo non si riesce a leggere completamente l’inserzione che lo accompagna; si capisce che e’ del 1984, e che e’ completo della sua confezione originale.

Manca anche il prezzo, ed e’ un vero peccato! Avremmo risolto, una volta per tutte, anche il problema delle quotazioni…

Nell’eventualita’ che ce ne fosse bisogno, tutte le immagini sono tratte dal film “Ritorno al Futuro 2”, l’attore che si intravede e’ naturalmente Michael J. Fox. Il film e’ prodotto dalla Universal che ne detiene tutti i diritti.

 

MCmicrocomputer è stata, secondo me, una delle più belle e riuscite riviste di informatica Italiana. Attraverso le sue pagine, partendo dal numero 1 pubblicato nel Settembre del 1981 si è potuto seguire lo sviluppo dell’informatica con un taglio editoriale ben preciso; non solo approfondite recensione dei prodotti ma anche articoli di ‘filosofia’ con i quali capire e studiare i vari aspetti di questa disciplina. MC ha saputo raccontare 20 anni di progresso tecnologico istruendo e formando i suoi lettori. Lo scopo che traspariva leggendola non è mai stato il parlar bene di un prodotto in cambio di pubblicità o seguire le mode del momento ma il raccontare e il riflettere con spirito critico e costruttivo i tempi della nascita e dell’affermazione di un settore oggi fondamentale.

Si coglievano in chi scriveva le stesse emozioni e passioni di chi, attraverso la lettura della rivista, cercava di avvicinarsi e comprendere questo nuovo mondo. Ho sempre trovato la valenza didattica dei corsi di programmazione che venivano pubblicati nonché gli approfondimenti importantissima ed è per questa ragione che sono stato un avido lettore. Mi piaceva molto l’impostazione degli articoli che veniva usata nelle prove dei computer: mai troppo formale, sempre molto vicina alle mie esigenze che erano poi quelle di un adolescente che cercava disperatamente di orientarsi in questo campo; l’acquisto di un computer, in quegli anni, non era affatto semplice. Non c’era, come avviene oggi, una scelta quasi obbligata, ma c’erano decine di differenti marche e relativi computer, tutti naturalmente con caratteristiche diverse e incompatibili tra di loro. MC provava e recensiva questo hardware ma soprattutto lo seguiva illustrandone gli sviluppi, provando le periferiche e i software, mettendo quindi i suoi lettori nelle condizioni di capire il perché di una determinata valutazione. Il mix era quindi pressoché perfetto: prove di computer e relative periferiche , software, articoli didattici e di approfondimento, gli immancabili listati di programmi…

MCmicrocomputer è una rivista che ho apprezzato due volte: la prima naturalmente è stata quando usciva e per un mese diventava preziosa fonte di letture e informazioni; la seconda legata all’hobby del retrocomputing perché si è rivelata una miniera di informazioni su computer e periferiche sconosciute. Proprio per questa ragione MC è diventata una delle riviste che oggi vale la pena collezionare; mi ci sono voluti un paio di anni ma, finalmente, la collezione è ora completa. Scopro così che il primo home computer recensito sul numero 1 è l’Atari 400, che il Commodore 64 compare per la prima volta sul numero 18 (Aprile 1983) e lo Spectrum Sinclair sul numero 20 (Giugno 1983). A parte questi, che sono i più conosciuti, praticamente ogni home computer uscito negli anni 80/90 è stato recensito sulle pagine di MC. Come poi dimenticare gli editoriali scritti dal direttore della rivista Paolo Nuti (e le sue interminabili lotte per l’alfabetizzazione informatica e l’eliminazione degli inutili balzelli sull’utilizzazione dei modem), l’ottima rubrica PlayWorld di Francesco Carlà, gli articoli Intelligiochi e i primi tornei del gioco CoreWorld e molto altro ancora…

Quando ho scoperto che Andrea de Prisco (AdP) aveva incominciato il progetto di digitalizzazione di tutti i numeri, per poi renderli liberamente consultabili ho immediatamente aderito a questa iniziativa e spedito ad AdP alcuni numeri della rivista che mancavano.
Gentilissimo, a progetto completato, mi ha mandato una copia di MC da lui autografata in copertina.

Se volete quindi consultare tutti i numeri di MC Microcomputer questo è il sito dedicato:
http://www.mc-online.it/

Uno ZX81 usato come terminale di un Cray

Nel Luglio 1986 tutti i giornali dedicarono ampi spazi ad un avvenimento, per quell’epoca, veramente molto curioso: uno dei supercomputer Cray One usato dai militari Francesi venne infatti ‘bucato’ da tre intraprendenti giovani. Non fu hacking, alla fine di quella scorribanda rimase solo una frase beffarda, ma lo spavento fu grande per tutti. Il Cray One veniva infatti usato per effettuare analisi dei test nucleari di Mururoa e conservare informazioni sulle bombe atomiche francesi.

Il particolare divertente di questa storia fu il computer usato per entrare nel Cray One: un semplice Sinclair ZX81, ma soprattuto dell’uso che se ne fece di questa informazione. Pochi giorni dopo la notizia praticamente su tutti i principali quotidiani Italiani comparve una beffarda e simpatica pubblicita’ proprio della Sinclair…

Ma questa storia vale la pena raccontarla proprio dall’inizio!

 

Sabato 19 Luglio 1986, nella prima pagina del quotidiano “La Repubblica” faceva comparsa una inquietante rivelazione… (cliccate sulle immagini se volete leggere gli articoli)
All’interno del giornale una intera pagina era dedicata proprio a quanto rivelato: i pirati sono entrati nel Cray One ma non si è ancora in grado di capire cosa abbiano fatto e quali segreti siano stati trafugati. Nell’approfondimento si parla di sicurezza, sottolineando come niente sia veramente intoccabile.
Il giorno dopo, sempre in prima pagina, la secca smentita: non sono stati i pirati bensi’ tre studenti in vena di goliardate… Dopo essere entrati hanno lasciato come saluto un simpatico messaggio: “…il vosto Cray One è momentaneamente sostituito da un semplice, economico ZX81 Sinclair…”
Gli articoli all’interno del quotidiano raccontano tutti i dettagli di questa incredibile storia. Naturalmente nelle dichiarazioni ufficiali si sottolinea come nel Cray One violato non ci fosse proprio nulla di importante… Divertente il collegamento con lo scherzo delle false teste di Modigliani capitato proprio poco tempo prima.

 

Ed è solo a questo punto che la GBC Italiana, distributrice dei prodotti Sinclair, si scatena con la sua pubblicità, veramente fantastica…

 

Microdrive, un nome, un mito

Ci sono nomi che periodicamente vengono usati per battezzare prodotti differenti. Microdrive, ad esempio, e’ stato usato dalla Sinclair per il suo curiosissimo incrocio tra un registratore a cassette ed un floppy disk ed ora da IBM per il suo piccolissimo hard disk compatibile Compact Flash.
Stesso nome, prodotti differenti, stessa voglia di stupire il mercato con tecnologie rivoluzionarie.

 

 

Il Microdrive Sinclair, commercializzato a partire dal 1985, era la memoria di massa dello Spectrum, al quale lo si collegava tramite l'”Interfaccia 1″. Dal computer veniva visto come un dispositivo ad accesso sia sequenziale che random, rendendolo simile ad un floppy disk. A differenza di quest’ultimo il Microdrive non aveva capacita’, limitata a circa 100 Kbytes, velocita’ di accesso e naturalmente il supporto derivato dall’essere un vero e proprio standard.

 

Il Microdrive di IBM e’ un vero e proprio gioiello della miniaturizzazione: un vero e proprio hard disk, quindi con piatto e testine, con dimensioni incredibili. Capacita’ di partenza 340 Mega, con tagli fino ad arrivare ad 1 Gb! Quando e’ in funzione, avvicinando l’orecchio si riesce a sentire il caratteristico rumore dato dallo spostamento delle testine…

 

Entrambi i prodotti sono di grandissimo fascino, il primo per le idee realizzative il secondo per la tecnologia che racchiude. Sono due oggetti che si tengono in mano con disagio, tanto e’ la paura di poterli rompere o danneggiare. Incredibile quanto questi due oggetti che hanno anche dimensioni simili riescano ad esprimere l’evoluzione tecnologica di questi anni…

Adesivi!

Il collezionare adesivi era una delle attivita’ che i ragazzi degli anni ’80 amavano fare di piu’. Era una vera e propria moda che ha contagiato, naturalmente, anche il mondo dell’informatica. Io, che a quell’epoca ero un ragazzino, non potevo naturalmente esimermi dal farlo…

Tra i tanti adesivi raccolti tenevo in particolare a quelli informatici visto che erano piuttosto rari da trovare quindi molto ricercati per gli scambi. Mettendo ordine e’ saltato fuori un sacchettino con un po’ di adesivi, tanti bei ricordi e anche qualche curiosita’… Alcuni sono doppi, quindi sono disposto a scambiarli, proprio come si faceva un tempo, basta che il genere trattato sia lo stesso.

 

Che grigio scelgo?

Apple è famosa non solo per i suoi prodotti ma anche per il marketing che è da sempre ben realizzato ed estremamente accattivante. Vi ricordate una delle pubblicità con cui proponevano i computer della serie iMac?

Benedetto Papi ha realizzato partendo da questa idea una divertente parodia dove i protagonisti non sono i computer Apple bensì quelli Commodore e le loro variazioni di grigio. Il risultato è simpatico e ve lo propongo approfittando dell’occasione per ringraziarlo per questa sua simpatica iniziativa!

Lo Spectrum Sinclair sui quotidiani

Quando la Sinclair era all’apice del suo successo si poteva permettere una campagna pubblicitaria in grande stile, acquistando pagine intere dei quotidiani per reclamizzare la famiglia Spectrum. Questa era comparsa su parecchi giornali del lontano anno 1985.

A corredo di questa campagna c’era un box, di circa un quarto di pagina usato per richiamare la pubblicita’…

…e uno un po’ piu’ piccolo, usato per chiudere le pagine.